Torniamo a parlare di rossetti?

Per anni siamo andate alla ricerca del rossetto perfetto, quello capace di rimanere li indelebile per ore, nonostante il pranzo, nonostante il caffè, il gelato mangiato al volo, le chiacchiere a non finire e le condizioni climatiche avverse. L’ossessione della tenuta ha tenuto banco per l’appunto, muovendo i nostri desideri e le nostre “esigenze” in base alle ultime uscite e alle promesse di “resistenza” superiori alle 8h.

E li abbiamo provati tutti, dai liquidi ai mat, dai matitoni alle polveri, sempre attente a cercare insieme alla tenuta anche la capacità di non sbavare, non finirci sui denti (un classico, ahimè, a chi non è capitato almeno una volta nella vita?)

Eppure mai prima avevamo neanche solo pensato di dover cercare il prodotto capace di resistere ad una mascherina chirurgica.

Il problema dunque è psicologico? Direi di sì se si considera che rossetti studiati per resistere a tutto esistono eccome. Eppure questa volta la reazione ad un momento di difficoltà e crisi mondiale pare andare in senso opposto rispetto alla famosissima teoria del Lipstick Index, ipotizzata dal presidente emerito di Estée Lauder, Leonard Lauder appunto, durante la pesantissima recessione economica del 2001 per sostenere la relazione tra l’aumento di vendite dei rossetti e il momento che il mondo stava attraversando.

E questa strana equazione (+crisi = +rossetti) si è riconfermata anche successivamente, dopo eventi traumatici come l’11 settembre e il fallimento della Lehman Brothers. Ma questa volta no, o almeno così pare. Dall’inizio della pandemia in molti hanno decretato la fine del Lipstick Index davanti al calo vertiginoso delle vendite di questo prodotto di make up così storicamente legato alla femminilità (le prime forme di rossetto risalgono a più di 5mila anni fa). Secondo Nielsen durante il lockdown il crollo delle vendite è stato addirittura del 60%.

Comprensibile, sicuramente, durante il lockdown. Ma adesso? Perchè ancora adesso al rossetto quasi non ci pensiamo più mentre abbiamo ripreso magari ad utilizzare il mascara o un pò di fondotinta? O peggio, cosa ci fa sentire in colpa o stupide al solo pensiero di indossarlo?

Liberiamoci. Riappropriamoci di un simbolo di femminilità e ribellione. Ridiamo colore e volume alle nostre labbra, anche se dovremo coprirle con la mascherina. Ci sarà sempre il momento di tirarla giù. Anche solo per noi stesse. Io l’ho fatto, e mi sono sentita più leggera, più bella.

Dopo mesi ho passato un velo di colore sulle mie labbra ed è stata una sensazione bellissima. Un vezzo, un moto di coraggio. Non è stato semplicemente un gesto di routine, quella che ormai è cambiata per tutti. E’ stata una libera scelta di femminilità. «Le labbra rosse sono la mia firma, rappresentano la femminilità e il potere» ha detto Alexandria Ocasio-Cortez, volto della sinistra progressista americana, in un’intervista a Vogue in cui racconta la sua beauty routine (agevolo video!)

La parola d’ordine torna ad essere “resistenza“, la stessa che ho usato durante la quarantena e la stessa che cerchiamo in un rossetto. Ho provato Le Rouge Duo Ultra Tenue di Chanel, da un lato rossetto liquido formulato con micro pigmenti, super “aderente” alle labbra e intenso nella colorazione, dall’altro gloss, da passare e ri-passare per una sorta di ritocco dopo aver indossato la mascherina, per ridare luminosità e lucentezza.

LE ROUGE DUO ULTRA TENUE: LE 8 NUOVE NUANCE

Otto nuove tonalità, da quelle più tenui, come il Timeless Beige, un beige rosato, a quelle più decise come Intense Brown, un marrone rosso (il mio preferito) da portare con orgoglio in borsetta perchè sono anche bellissimi (as usual) da vedere.

Che facciamo, ce lo rimettiamo questo rossetto?

LE ROUGE DUO ULTRA TENUE: LE 20 TONALITÀ IN GAMMA

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