1. Ecoansia. Nuova (come se già non ne avessimo abbastanza) paura, stato di agitazione causato dai cambiamenti climatici, o meglio, dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. Parco Solari falciato dalla furia della tempesta. Il caldo torrido, la pioggia in orizzontale.
2. L’Albania è meglio della Puglia. Per il mare (praticamente lo stesso), il cibo (bè, è tutta da vedere), per i prezzi (sicuramente). Diamole il tempo di entrare nei radar del “turismo che conta”, e avremo presto anche qui postazioni in spiaggia a 80 euro.
3. Svuotare, riempire. Un trasloco ad agosto è un’ottima idea. O il peggior incubo che sta per realizzarsi. Tutto pronto, tutto sospeso. Tanto eccitante, tanto deprimente. Molto emozionante, molto stressante. Insomma un’altalena. Ma prima o poi ci salterò su, e scenderò anche.
4. Milano ad agosto. Deserta, chiusa, sigillata, silenziosa, fresca, inquietante, meno esclusiva, più grande, decisamente piccola. Agosto a Milano è sempre un’esperienza illuminante. Più lenta, più umana, più vera. Matti compresi.
5. La camicia di lino. La costante, bianca, celeste o a righe. Sul jeans o sullo short, abbastanza maschile, decisamente sensuale.
6. La borsa di palline di legno. Infantile, un po’ in stile Super Mario Bros, molto mia. L’acquisto dell’estate.
7. L’aperitivo con i vicini. Dopo 7 anni, come se non fosse passato tutto questo tempo. Bimbi piccoli, ormai universitari. Una proiezione su di me, su di noi, fra una decina di anni.
8. La pausa pranzo a 40 euro. Al giappo magari. Che ti costa quanto una cena, ma che bene che si sta.
9. Sognare il mare. Ma andare in montagna. Per il secondo anno di fila la mia vancanza sarà in altura. Non ero mai stata così tanto tempo lontano dal mare. Il primo bagno a fine luglio. Roba da “crucchi”. Eppure è successo. Eppure mi manca. Il rumore, il profumo, il vento che sposta in pensieri più in là.
10. La voglia di andare. Per poi, come sempre, ritornare. Ricominciare, dopo questo tempo sospeso. Fra un’estate e l’altra.