Piccoli Passi Possibili: oltre la paura con le sfide quotidiane

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Da circa undici anni ho imparato la difficile arte di accettare “quarantene” cicliche. Ferma in un luogo, a cura della salute o delle necessità proprie ma soprattutto altrui, senza poter decidere di fare altrimenti. Devo dirvi tutta la verità nell’incipit: da sempre amo le sfide! E quella dell’esser dapprima moglie e in seguito madre, forse la più difficile, sono state artefici di piccole personali rivoluzioni guadagnate a suon di domande di senso, tempi personali completamente fagocitati e lacrime silenziose.

Cambiare la prospettiva con cui guardarsi (e creativamente immaginarsi) è l’unica via. Sono sempre alla ricerca della mia personale bellezza e felicità e non c’è stop che tenga: chiusa in una stanza sola o nel folle caos familiare cerco di ritagliare e ritagliarmi piccoli spazi di libertà capaci di rispondere all’unica “mission” che da sempre muove la mia vita “FEDELE A ME STESSA“. I continui <<tu non cambi mai!>>, <<sei sempre la persona positiva che ho conosciuto tanti anni fa!>> mi danno quelle piccole conferme che ogni passo quotidianamente messo, incede in quella direzione.

Il costoso passaggio dal sentirsi “al centro del proprio mondo” a “divenire mondo per chi ti è stato affidato” è stato l’investimento moltiplicativo che mi dona la capacità di essere attenta e pazientemente impegnata anche al di fuori della mia famiglia.

Sono da dodici anni animatrice con mio marito Francesco di gruppi giovanili della mia comunità parrocchiale, e mi prendo il lusso di pregare cantando in una corale, tanto da definirmi come persona all’interno di un ruolo preciso, secondo il timbro della mia voce: nella vita sono quel timbro di voce, CONTRALTO che non si sceglie come voce solista, ma che solo insieme alle altre, produce meraviglia. Sono una comunicatrice precaria, ma non dentro di me. L’Amore mi modella e continua a definire il mio percorso di vita, in ogni legame e rapporto.

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Il sorriso contagioso di Annalisa

Amo stare con la gente, ma da questo non dipendo. Amo pregare Dio cantando. Amo suonare per tenermi su il morale. Amo fantasticare e creativamente lavorare in “back office” e “front office” per il mio benessere e quello della mia famiglia che follemente ha condiviso fino ad oggi questa personale linea.

Io SONO ergo COMUNICO quel che sono”.

Pulire un parco pubblico con altri amici stufi di vedersi circondati da ciò che è incolto, continua a riempirmi di gioia e speranza per un futuro che roseo con il mio personalissimo contributo può davvero diventare. Noto poi con piacere che il benessere travalica e raggiunge e viene condiviso da chi mi vive attorno, da chi mi è amico, da chi mi conosce da poco o molto. E se fa bene a loro, ne sono ulteriormente lieta. Invidia e tristezza sono quei trucchi scuri ed opachi che evito di scegliere per mettere in risalto il mio sguardo sul mondo.

Ma per avere sempre d’occhio la rotta c’è un bisogno incredibile di attenzione ad un progetto di vita e ai suoi obiettivi che faticosamente condivido con Francesco: siamo parte di un movimento spirituale di sposi cristiani, il movimento internazionale END con un unico dovere: quello di sedersi ogni mese e davanti a Dio e alla sua parola, contare sulla pelle della nostra coppia baci e ferite, obiettivi raggiunti e quelli da raggiungere. Non sempre questa messa a punto è perfetta, ma in fondo, perfetto, chi lo è.

Il Covid-19 sembra averci rinchiusi e annullato parte della mia vita, ma così non è. Se mi state leggendo, significa che siete vivi e questo per ri-cominciare basterà. Mi piace ricordare a me stessa un monito da seguire di una bellissima ragazza romana Chiara Corbella, una santa dei nostri giorni, quello delle “3 P” Piccoli Passi Possibili, un compito giornaliero. Non c’è gioia comprensibile se non si passa dall’essere lambiti dalla morte, un punto che umanamente ti devasta ma con il quale ci si deve impegnare a convivere senza esserne sconfitti. Impegnarsi a farlo dice molto di noi e non ci sarà mai limite che tenga.

E la bellezza che ci rende unici inizierà a farsi concreta, riusciremo a splendere come nessuna, e ci troveremo a fare da ciò che è possibile “l’impossibile”, San Francesco docet. Provare per credere.