Noi volevam savoir l’indiriss

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La lingua italiana è meravigliosa. E per me, che vivo ossessionato dalle parole, la quarantena si è rivelata, in mancanza di balconi, terrazzi o giardini condominiali, una finestra spalancata su orizzonti che al momento mi sembrano ancora potenzialmente infiniti. Nell’ultima settimana, peró, ho temuto di essere sotto attacco.

Tutto è iniziato quando ho letto una prima volta solo distrattamente la traduzione alla “noio volevam savoir l’indiriss” delle indicazioni dell’OMS su come mantenersi in forma, anche psicologicamente, svolgendo attività fisica pur se in spazi ridotti e angusti. Dato che per svariate ragioni, “Alberto atleta campione Usciremo tutte le sere Perchè non son più carabiniere Ti porterò di qua e di là Chi mi conosce lo sa Sarò uno che ti vissia Fa notissia, non fa notissia (cit.)” , mi sono sentito chiamato in causa dall’Oms, ho staccato un occhio dalle repliche di Uomini e donne per scorrere il documento.

E alla fine della lettura mi sono sentito appagato. Avevo svolto quasi tutti i compiti assegnati, in alcuni casi anche più del dovuto. Assumere la posizione della Sfinge: beh, questa è fin troppo facile. Fermo, immobile, incastonato nel divano con lo sguardo fiero ma imperscrutabile di chi si è addirittura ricordato di fare pipì prima di accomodarsi risparmiandosi da bravo ometto lo stimolo improrogabile ad alzarsi successivamente. Alla voce Gomito-ginocchio ho un fremito: ecco, incredibile, meglio dell’oroscopo di Paolo Fox. Il documento dell’Oms mi ha fatto una radiografia a distanza… Saranno la pancia, lo stress, la postura, saranno famosi o l’amaretto di saranno, fatto sta che entrambi, a volte di più uno a volte di più l’altro, gomito-ginocchio, ginocchio-gomito, mi fanno male. Da giorni. E loro, quelli dell’Oms, lo sanno. Forse mi geolocalizzano le patologie: nel caso sarebbe gradito che me le geoguarissero.

La lista dei suggerimenti e delle suggestioni è alquanto lunga: al terzo posto c’è il famigerato Esercizio della Mezza Barca. Oltre che ortopedici quelli dell’Oms devono anche essere chiromanti perché in effetti sono diversi giorni che riempio il carrello di Glovo con una mezza barca di sushi di shin ma all’ultimo momento desisto, non per paura del virus o discriminazione territoriale ma per la fatica di dover scendere 4 piani a ritirare il pacco e risalire. Senza ascensore. Per me è no. 

Alla voce Posizione Spiderman sono andato sul velluto: dopo la settimana di prova gratuita, infatti, ho già provveduto a sottoscrivere l’abbonamento a DISNEYplus, dunque celo.

Alla parola bridge, ponte per chi non mastica l’inglese, confesso di aver vacillato: non ho subito capito se il riferimento fosse al premier Ponte, all’annosa ma oggi come oggi un po’ fuori tema questione dello Stretto di Messina o al gesto che nel giuoco del calcio è l’azione fallosa commessa quando si cerca di vincere un contrasto aereo ma si finisce con lo sbilanciare l’avversario sfruttando l’inclinazione della schiena in avanti, appunto, a mo’ di ponte (da qui il nome). Poi, dopo qualche ricerca su internet, ho potuto tirare un sospiro di sollievo: il riferimento era necessariamente al giudice di Amici, dj e componente di punta degli Eiffel 65, Gabry Ponte. Nota a margine: per chi non lo sapesse, in finale ha vinto Gaia. Chiudo questa ahimé non troppo breve digressione sull’attività fisica con i faticosissimi “Affondi sulla Sedia”: in quello, modestamente, credo di essere cintura nera. Non solo ci affondo, io proprio ci sprofondo e poi mi ci incollo con la coccoina per il trauma mai risolto che chi va via perde il posto all’osteria. 

Ma torniamo alle parole. In questi giorni sono tormentato dal termine ‘pellegrini’. Perché al plurale? Sono fatti miei (altra cit.). Ogni parola è un viaggio dentro me stesso. Un viaggio che dura quasi sempre pochissimo ma fortunatamente prosegue fuori, grazie a chi mi sta intorno e spesso mi illumina o grazie all’internet che tutto sa. Nella mia vita, Pellegrini è stato il presidente dell’Inter con cui, all’acquisto di Scifo, ho vacillato per un attimo pensando di iniziare a tifare Torino. Sempre nello sport i Pellegrini si sprecano: dalla Fede Nazionale al nuovo capitan futuro della Roma. Pellegrini, poi, ho sempre saputo essere i fedeli che, appunto, oggi come ieri, vanno in pellegrinaggio. Confesso di non aver mai saputo niente, invece, dei falchi pellegrini: un vuoto inaccettabile che sono stato in grado di colmare grazie agli aggiornamenti social della Regione Lombardia. In questi anni, avendo a cuore la salute e il benessere dei suoi concittadini volatili, infatti, durante i lavori di ristrutturazione, dunque in un periodo di forte stress emotivo, i vertici del Pirellone hanno avuto la prontezza di costruire in tempo record un nido artificiale in attesa della schiusa delle uova con addirittura tre posti letto, hanno lanciato sondaggi per scegliere i nomi dei pulcini, e hanno festeggiato in pompa magna il lieto evento della nascita dotando degli appositi dispositivi di protezione gli amici ornitologi attraverso l’installazione di 2 webcam.

Bene, l’occasione era troppo ghiotta per non farmi delle domande. Alcune più tecniche, altre più di carattere generale: per molte ho trovato la risposta, per altre spero di avere quanto prima delle delucidazioni. Iniziamo dalle risposte: per chi ancora non lo sapesse, fonte Wikipedia mica pizza e fichi, i falchi pellegrini sono uccelli rapaci della famiglia dei Falconidi diffusi quasi in tutto il mondo: (Europa, Asia, Africa, Nordamerica, Sudamerica e Oceania). Nel nome scientifico, la parola “peregrinus” (utilizzata per indicare la specie) fa riferimento alla colorazione scura delle penne del capo, che ricordano un cappuccio nero simile a quello che erano soliti indossare i pellegrini. Il falco pellegrino è noto per l’elevata velocità. Si ritiene possa raggiungere in picchiata una velocità massima di 385 km/h; ciò lo rende il più veloce animale vivente.

Veniamo ora agli interrogativi che ancora oggi, nella notte tra il 15 e il 16 aprile, mi tengono sveglio: Perché minchia le chiamate conferenza stampa quando in realtà sono dei comizi basati sul monologo mentre i giornalisti, tanti, li avete invitati, peraltro in stile Notte dei Telegatti, solo per la presentazione del fallimentare ospedale in Fiera? Ah, sono 10 i ricoverati, non 3 come le malelingue vanno ripetendo sui social.

Perché il Veneto aveva i tamponi, ha continuato ad averli e li ha tutt’ora mentre la Regione Lombardia riesce a parlare, peraltro con inspiegabile orgoglio, solo al futuro prossimo e anteriore? Cazzo fanno in Veneto? Hanno la formula segreta dei reagenti che custodiscono come l’ingrediente magico della Coca Cola? Cosa ho fatto di male per arrivare a reputare Zaia Willy Wonka in confronto a voi, banda di cialtroni buffoni inetti? 

Perché mio suocero ha condiviso la casa con due morti di Covid e una terza persona appena uscita da 18 giorni di Cpap e non gli hanno fatto un tampone? 

Come si spiega il tasso di mortalità che c’è ancora in Lombardia

Come fate a ribadire quotidianamente l’orgoglio per il lavoro svolto? 

E soprattutto come fate a dormire di notte che io non ci riesco più?

Ne avrei altre ma alle 4.34 inizio a essere stanchetto. Dunque chiudo con la domanda che tutte le altre raccoglie: perché in sostanza non ci dite un cazzo di cosa sta succedendo davvero e invece so che oggi Gió&Giulia hanno ucciso un merlo per portare carne fresca ai loro pulcini?