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Cambio look, cosa nasconde e perché lo facciamo

Allego diapositiva del risultato finale per cui ringrazio ancora Vincenzo e Roots

Capellona! Rapunzel, Romina Power, sono solo alcuni dei modi i cui negli anni sono stata chiamata a causa della mia lunga, lunghissima chioma di cui sono stata, per inciso, molto orgogliosa. 

Altre volte mi era capitato di parlare o pensare a quanto, nonostante i tanti cambiamenti affrontati nella mia vita, non avessi mai sentito la necessità di cambiare look. La mia identità era scritta nei miei capelli, le mie particolarità e perché no anche i miei orientamenti politici cadevano tutti lì lunghi e lisci sulle mie spalle, o meglio sulla parte lombare della mia schiena.

Poi è arrivata la pandemia che tutte le certezze porta via!

Dopo i primi mesi passati fra paura e incredulità, aspettative e fiducia, questa situazione che in molti si ostinano ancora a definire e-mer-gen-zia-le è divenuta una realtà. La nostra realtà. Inutile nascondersi dietro un dito. Per qualcuno forse più che per altri, fatto sta che siamo tutti chiamati a un’estrema solitudine, un’estrema noia, un’estrema pigrizia, un’estrema rabbia, un’estrema intolleranza verso gli altri e noi stessi. 

Penso sia quello che è successo a me. All’improvviso quell’immagine nello specchio, quell’unica immagine che da mesi continuo a vedere e rivedere molto più spesso e dettagliatamente di prima, non corrispondeva più all’idea (mutata) che avevo di me. Il cambiamento è ovviamente iniziato da dentro. Passare la maggior parte della giornata sole, seppur impegnate in pratiche lavorative, ci consente di fare quella cosa che da sempre evitiamo: pensare. E i pensieri si trasformano presto in rimuginii e i rimuginii in recriminazioni e le recriminazioni in un’insofferenza verso se stessi. Verso le cose che si sono fatte ma non abbastanza bene, non abbastanza in tempo, non abbastanza… mai. 

E così in preda a queste ansie, all’improvviso anche l’aria da hippie irrisolta ha iniziato a lasciare il passo a una persona più consapevole, più matura, più arrabbiata. Da qui l’idea di darci un taglio! In questo caso fra il dire e il fare ci sono state di mezzo settimane, giorni di foto di Pinterest salvate sul telefono, di consulenze con le amiche divise fra il “si” e il “no”, di pensamenti e ripensamenti fino alla fatidica prenotazione. Al taglio è seguito anche un cambio colore, perché essere bionde e solari in questi anni cupi fa sempre la differenza.

Questa era la prima parte del restyling e il selfie è fatto a casa mia, e si vede!

Questa non è la storia di un taglio di capelli, è la storia che sta dietro ai cambiamenti di una donna – io come chiunque altra – da cui tutti si aspettano sempre qualcosa, che è per molti una casa sicura sempre uguale a se stessa, che sa fare mille cose ma di cui tutti raccontano solo quelle in cui non riesce benissimo (e sì nel mio caso guidare!). Di una donna e di tutte le donne, che in questo periodo si vedono stanche, provate, sole, poco cercate, che stanno avendo delusioni amorose, delusioni da amiche, delusioni da persone varie, delusioni da loro stesse. Di una donna e di tutte le donne che vivono in tuta, senza trucco e che vedono passare davanti allo specchio qualcuno che è solo l’ombra di tutto quello che hanno creduto di essere fino a un anno fa, o forse l’essenza. Chi lo sa.

A (e per) tutte queste cose che ci portiamo dietro, da quest’anno di m…. ma in realtà da una vita intera, diamo un taglio. Senza guardarci indietro! 

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