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L’ennesimo articolo su Sanremo: da Achille Lauro a Rula Jebreal, quando la moda comunica

Ci siamo. E’ il momento di dire la mia, con forse un pò di ritardo, ma decisamente riflettuta, sulla prima serata del Festival di Sanremo. Oddio, non sui brani, sulla conduzione o sui tempi televisivi. O sui monologhi, le battute, le frecciate, i riferimenti sociali e culturali di quello che è avvenuto sul palco dell’Ariston durante questo primo episodio della serie italiana più longeva e miracolata della tv. Si, letteralmente miracolata perchè risuscitata, rivitalizzata e trasformata dai social. Probabilmente l’unico prodotto televisivo del 20esimo secolo che ha goduto di una spinta dai nuovi media del 21esimo secolo.

Insomma, lo sceneggiato più rappresentativo dell’Italia che sta con un piede fuori e uno completamente dentro il magico mondo della tv. Che ci piace tanto. Di cui parlano tutti: giuro oggi al bar a pranzo un signore distinto ha chiesto al barista: “hai visto com’era vestito Achille Lauro ieri a Sanremo?”. Per cui ne parlo anche io. O meglio condivido la mia visione del Festival scegliendo ovviamente un unico punto di vista, LA MODA. La moda ancora una volta come filtro critico di un aspetto della società, o meglio di un gruppo ristretto (purtroppo!) di persone che hanno capito che gli abiti possono essere le lettere di un nuovo alfabeto. Un codice fatto di tessuti, forme e colori che possono veicolare un messaggio.

Ecco quelli che secondo me hanno indossato gli abiti più COMUNICATIVI della prima serata di Sanremo.

Il messaggio femminista di Achille Lauro

Ebbene si. Partiamo da colui che è il più cercato dei protagonisti della prima puntata del Festival. Achille Lauro, ormai lo sanno tutti, anche chi “Sanremo anche no, ma per favore“, si è presentato scalzo, coperto da una mantella in velluto con decori dorati firmata Gucci, che ad un certo punto dell’esibizione ha lasciato scivolare giù. Finendo in una micro tutina color carne tempestata di micro cristalli. Lasciando letteralmente TUTTI A BOCCA APERTA. Ci ha storditi tutti. E noi italiani non siamo di certo abituati a questo in prima serata su NONNA RAI1, anzi.

Ci hanno dovuto pensare un pò su questa cosa prima di parlarne sui social, al bar, al telefono con mamma. E comunque tutti ne stanno parlando.

Possiamo dire che Achille (o l’istrionico Alessandro Michele?) è riuscito benissimo nel suo intento. Non solo far parlare di lui ovunque (provateci voi, dal palco di Sanremo a spaccare l’INTERNET), ma anche a veicolare il messaggio più femminista dell’intera serata. A dispetto dei monologhi di Diletta Leotta e Rula Jebreal. Entrambi incentrati sulle donne. Ma forse non entrambi davvero efficaci come l’abito di Lauro. E’ quello che penso. Achille Lauro dice “Me ne frego” del vostro stereotipo di maschio. Io preferisco scioccarvi e tirare fuori una femminilità nei gesti e nei movimenti, inguainata dentro il corpo (anche abbastanza muscoloso) di un trapper cattivo, con tatuaggi ovunque. Pure sul quel viso androgino. Insomma, messaggio lanciato e arrivato con forza.

Rula Jebral ci dice quanto è sexy l’intelligenza

Fonte foto | GettyImages

A pochi giorni dal Super Bowl, che ha visto protagoniste Shakira e J. Lo con uno show spaziale (se non lo avete visto recuperate, 12 minuti di energia e femminilità da paura) di cui tanto si è parlato, con le due diventate paladine della bellezza femminile over, non anoressica e di pensiero politico accessoriata, il nostro italico half time (che dura 5 giorni però!) avviene sul palco di Sanremo. E ad incarnare l’immagine di una donna che è più vicina ai 50 che ai 30 ma che soprattutto riveste ruoli importanti, si intende di politica, economia e molto altro è Rula Jebral in degli incantevoli abiti firmati Giorgio Armani. Colori tenui e luminosi. Rassicuranti. Eppure estremamente femminili, sinuosi e decisamente sensuali (lo avete notato lo scollo profondo sulla schiena dell’abito rosa, vero). Il suo messaggio è chiarissimo, e lo ha detto lei stessa sul palco “Certo stasera ho messo un bell’abito“. Che ne ha esaltato giustamente la bellezza e la sensualità esplosiva. Come la sicurezza con cui ha sceso tutte le volte quella scalinata su cui ho temuto di vederci rimanere secca la Pavone. E con la fermezza con cui ha parlato di un fatto così intimo come il suicidio di sua madre. Un bel modello femminile da passare in prima serata sulla tv generalista. Bel colpo Amadeus.

La Leotta, che sembra uscita da un Sanremo del ’55

Fonte Foto | Vogue.it

Sceglie il rassicurante tocco di un abito disegnato su misura per lei da Etro invece l’altra protagonista di questo Festival, ovvero la controversa Diletta Leotta. Colei che è oggetto del desiderio del più disparato genere maschile. Tutti gli uomini che conosco, dalla classe 2000 alla vecchia guardia degli anni ’70, la desiderano (come sono stata fine). Lei che fa parlare per la fisicità prorompente non nascosta dietro un dito (metafora evidente questa) ma che anzi viene mostrata con orgoglio. E per carità, ci sta eccome. E per questo forse sceglie dei look decisamente romantici, combinati con colori che bucano lo schermo (questo giallo era abbagliante). E condisce il tutto con morbidi boccoli dorati che le coprono quelle pochissime parti di pelle scoperta. Risulta, devo dire, comunque credibile. Ottima scelta, ottimo messaggio: sono bella, sono quasi una bambola, ma non la mangiatrice di uomini che volete che sia. Brava Diletta.

Elodie è l’unica che ha portato la MODA VERA a Sanremo

Fonte Foto | Vogue.it

Ecco, Elodie è stata l’unica a portare della vera Moda sul palco. Quella con la M maiuscola, quella che è manifesto di un’arte vera e propria, firmata Versace. Iconica in questo minidress nero, che sembra un blazer ma ha una micro cintura in vita e uno scollo dal sapore deciso degli anni ’80 che sempre piace ai veri modaioli. Non manca neanche la spallina svettante e la slingback in vernice. A concludere il look i capelli gelatinatissimi con tanto di riga al centro. Elodie sembra essere uscita da una copertina di Vogue e contemporaneamente da una fotografia di Richard Avedon e ci vuole dire che lei viene da un modo diverso dalla Rai. Che ha in mano i riferimenti iconici che possono colpire sì, i più giovani, ma anche i più critici che ne parleranno sulle riviste più patinate. E questo fa di te subito un personaggio. In senso decisamente positivo.

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